10 REGOLE D'ORO PER SCEGLIERE UN PROBIOTICO:
In base alla definizione della WHO recentemente rivista dall’ISAPP, i probiotici sono “microrganismi vivi che, quando somministrati in adeguate quantità, esercitano effetti benefici sull’ospite“ (Hill et al., 2013).
Già solo basandoci sulla definizione, potremmo fare una serie di considerazioni fondamentali; nel post cercherò di darvi una visione più ampia possibile delle caratteristiche di qualità di un buon probiotico.
1) Per essere definiti probiotici, i microrganismi devono essere vivi. Pur non discutendone la possibile efficacia, spore, liofilizzati e tindalizzati non possono essere “tecnicamente” definiti probiotici (Hill et al., 2013; Toscano et al. 2017).
2) Un aspetto fondamentale è definire la corretta caratterizzazione tassonomica del probiotico. Ogni microrganismo deve essere indicato a livello di ceppo. Questo perché ceppi diversi possono avere effetti diversi, per cui è necessario conoscere esattamente il probiotico con cui abbiamo a che fare (Hill et al., 2013; Toscano et al., 2017). È quindi fondamentale verificare che l’etichetta riporti la corretta indicazione del nome del probiotico. Es: Bifidobacterium lactis BB-12. Bifidobacterium è il genere, lactis la specie e BB-12 il ceppo. Il probiotico deve essere indicato in questo modo!
3) La quantità. Per il Ministero della Salute (Linee guida su probiotici e prebiotici, revisione marzo 2018), un prodotto a base di probiotici deve contenere almeno un miliardo di microrganismi vivi. In un prodotto multiceppo, almeno uno dei componenti deve essere contenuto in tale quantità. Se consideriamo che il probiotico deve passare lo stomaco e arrivare all’intestino per colonizzarlo, diciamo che una quantità elevata di probiotici ci può garantire una maggiore probabilità che una quota sufficiente di microrganismi raggiunga l’intestino. Un prodotto contenete solo un miliardo di probiotici (o anche meno, in certi prodotti multiceppo) è un pochino “stiracchiato”. Sarebbe più opportuno, per lo meno per l’adulto, prendere in considerazioni prodotti che contengano una quantità di microrganismi pari almeno a 10-15 miliardi.
4) La quantità di probiotici indicata in etichetta deve essere garantita fino alla scadenza del prodotto (Min Salute, 2018). In questo caso, ci si deve affidare all’azienda produttrice che può produrre prove di qualità per la shelf-life dei suoi prodotti.
5) Per esercitare i suoi effetti, il probiotico deve essere in grado di passare lo stomaco e colonizzare l’intestino (Toscano et al. 2017). È importante quindi scegliere ceppi per i quali esistano studi che hanno valutato, ad esempio, la presenza del probiotico nelle feci del paziente dopo assunzione orale. Uno studio recente ha simulato in vitro la sopravvivenza alle condizioni gastriche di alcuni probiotici commercializzati in Italia, e per alcuni è emerso che non passano lo stomaco, ovvero i ceppi utilizzati non sopravvivono ai succhi gastrici (Vecchione et al. 2018). Per altri probiotici non analizzati in questo studio, rimando a Pubmed.
6) È anche importante accertarsi che i microrganismi contenuti in prodotti multiceppo siano in grado di lavorare in sinergia e non ostacolarsi. Non è detto infatti che mettendo insieme più ceppi si ottenga un prodotto di maggiore efficacia, in quanto alcuni probiotici potrebbero antagonizzarsi a vicenda (Toscano et al. 2017). Anche in questo caso ci viene in aiuto la letteratura: l’efficacia della combinazione di vari ceppi dovrebbe essere dimostrata da studi scientifici. Pubmed resta sempre la nostra risorsa più importante.
7) I probiotici per definizione devono avere effetti benefici sull’ospite. Per poterlo stabilire, essi devono essere studiati in vitro e in vivo e si devono definire gli effetti che tali microrganismi possono esercitare sull’organismo che li assume. Ci viene di nuovo in supporto Pubmed, dove con una semplice ricerca possiamo valutare la quantità e la qualità degli studi relativi al ceppo che vogliamo assumere o consigliare. Attenzione a verificare che lo studio sia stato fatto proprio con il ceppo che stiamo ricercando. Non ci crederete, ma per alcuni ceppi non si trovano studi!
Nella valutazione dell’efficacia del probiotico, possono venire in aiuto anche le linee guida redatte da società scientifiche. Un esempio sono le linee guida della WGO su probiotici e prebiotici. L’ultima versione del febbraio 2017 riporta le indicazioni per l’utilizzo di alcuni ceppi per varie problematiche intestinali, sia nell’adulto che nel bambino.
9) Pur essendo generalmente sicuri per l’utilizzo nell’uomo, i probiotici non vanno usati nel paziente immunocompromesso e defedato, né nel paziente portatore di catetere venoso centrale, salvo diversa indicazione del medico. In generale sconsiglio il fai da te e i “consigli del vicino di casa”: una corretta anamnesi fatta dal professionista della salute potrà indirizzare verso la scelta del probiotico migliore per il singolo individuo.
10) Last but not least, attenzione agli eccipienti. Un numero incredibilmente alto di prodotti a base di probiotici (e anche molti prodotti alimentari preconfezionati) contengono tra gli eccipienti il biossido di titanio, ad oggi l’eccipiente più controverso. Una recentissima revisione sistematica della letteratura relativa a studi in vivo nel modello animale ha concluso che il biossido di titanio causa alterazioni della permeabilità intestinale e del microbioma, favorisce l’insorgenza di disbiosi, promuove lo sviluppo di un ambiente pro-infiammatorio e peggiora tutte queste condizioni in soggetti già affetti da patologie come obesità e colite (Rinninella et al, 2021). In etichetta il biossido di titanio viene spesso indicato come E171.
BIBLIOGRAFIA
Hill C, Guarner F, Reid G, Gibson GR, Merenstein DJ, Pot B, Morelli L, Canani RB, Flint HJ, Salminen S, Calder PC, Sanders ME. Expert consensus document. The International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics consensus statement on the scope and appropriate use of the term probiotic. Nat Rev Gastroenterol Hepatol. 2014 Aug;11(8):506-14. doi: 10.1038/nrgastro.2014.66. Epub 2014 Jun 10. PMID: 24912386.
Rinninella E, Cintoni M, Raoul P, Mora V, Gasbarrini A, Mele MC. Impact of Food Additive Titanium Dioxide on Gut Microbiota Composition, Microbiota-Associated Functions, and Gut Barrier: A Systematic Review of In Vivo Animal Studies. Int J Environ Res Public Health. 2021 Feb 19;18(4):2008. doi: 10.3390/ijerph18042008. PMID: 33669592; PMCID: PMC7922260.
Toscano M, De Grandi R, Pastorelli L, Vecchi M, Drago L. A consumer's guide for probiotics: 10 golden rules for a correct use. Dig Liver Dis. 2017 Nov;49(11):1177-1184. doi: 10.1016/j.dld.2017.07.011. Epub 2017 Aug 1. PMID: 28830747.
Vecchione A, Celandroni F, Mazzantini D, Senesi S, Lupetti A, Ghelardi E. Compositional Quality and Potential Gastrointestinal Behavior of Probiotic Products Commercialized in Italy. Front Med (Lausanne). 2018 Mar 7;5:59. doi: 10.3389/fmed.2018.00059. Erratum in: Front Med (Lausanne). 2023 Jan 27;9:1091788. PMID: 29564327; PMCID: PMC5845905.
C_17_pubblicazioni_1016_allegato.pdf (salute.gov.it)
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